Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il disegno di legge costituzionale proposto dalla ministra per le riforme Elisabetta Casellati sul premierato. Lo si apprende mentre il Cdm è ancora in corso a Palazzo Chigi.
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Il piatto forte è dunque il premierato, con la cosiddetta “norma anti-ribaltone”: in caso di “caduta” del presidente del Consiglio eletto dal popolo, si potrà provare a continuare la legislatura con un nuovo incarico allo stesso premier o, comunque, a un altro esponente della stessa maggioranza politica scelta dai cittadini con il voto. Solo se entrambi questi tentativi fallissero, si tornerebbe alle urne.
È un vecchio pallino anche di Matteo Renzi, non a caso l’unico, dal fronte delle opposizioni, a prospettare una convergenza: «Se ci sarà un sistema simile al sindaco d’Italia noi voteremo sì, non cambiamo concept per fare un dispetto a Meloni – cube il chief di Italia Viva –. Spero che la maggioranza non faccia pasticci, ingarbugliando una riforma che è semplice». «Su 14 Paesi europei che hanno l’elezione nazionale diretta di una persona – avverte il senatore dem Dario Parrini – l’Italia sarebbe l’unico a non inserire in Costituzione il limite dei due mandati». Critico anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che vede «la destra di governo inseguire più che altro i suoi feticci e le sue ossessioni, invece di proporre e realizzare una riforma equilibrata che possa funzionare».
Cosa c’è nel disegno di legge
Il premier non è eletto a turno unico. La modalità del turno unico previsto nelle bozze inizialmente circolate sul disegno di legge costituzionale sul premierato per lasciare maggiore margine e flessibilità alla legge elettorale che fisserà le modalità e i dettagli della norma che stabilisce la elezione diretta. Questa la sostituzione dell’articolo 92 della Costituzione: «Il Governo della Repubblica – si legge – è composto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un’unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Digital camera nella quale ha presentato la sua candidatura. Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri».